Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 16 ottobre 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

L’esposizione alla Cannabis ha provocato difetti congeniti in uno studio di prossima pubblicazione. Il consumo di derivati della Cannabis sativa è vertiginosamente cresciuto anche nel nostro paese dopo l’apertura di migliaia di “Cannabis stores”, e nel mondo i consumatori sono stimati nell’ordine di centinaia di milioni, nonostante da decenni vi siano evidenze medico scientifiche che il fumo dei derivati della cannabis è ancora più cancerogeno di quello dei derivati del tabacco, nonostante si sappia che i derivati della cannabis agiscono alterando la modulazione fisiologica operata dagli endocannabinoidi in tutto il cervello e, più in generale, nel sistema nervoso centrale. La forza del business prevale sul buon senso e miete vittime soprattutto tra coloro che, pur di provare sensazioni piacevoli temporanee e incostanti, è disposto ad abbreviarsi la vita.

Recentemente è cresciuto il numero di donne in gravidanza che assume marijuana, hashish e altre preparazioni di foglie e infiorescenze contenenti alte concentrazioni di tetraidrocannabinolo (THC) e si moltiplicano gli studi finalizzati ad accertare con precisione i rischi per il feto e i danni rilevabili. Hsiao Fan Lo e colleghi della Icahn School of Medicine at Mount Sinai Hospital in New York hanno accertato e dimostrato in topi predisposti, ossia portatori di geni di rischio per la cannabis, che l’esposizione in vitro al THC può causare difetti congeniti. Il THC interferisce con la segnalazione Hedgehog nei topi in utero disturbando l’embriogenesi normale. [Cfr. Lo H. F., et al. Development 148 (19): dev199585, 2021].

 

La motilità intestinale è regolata dalla glia del sistema nervoso enterico (ENS). Tradizionalmente l’attività dell’innervazione intestinale, che costituisce una vera e propria sezione del sistema nervoso da alcuni considerato un sistema distinto o enterico (ENS) accanto ai sistemi somatico e autonomo, è stata sempre totalmente attribuita ai neuroni, secondo il cosiddetto “paradigma neurocentrico”, ma ora sta emergendo l’importanza della glia enterica. Ahmadzai e colleghi hanno dimostrato che glia e neuroni interagiscono in termini cellulari e di rete e che la glia enterica mostra una segnalazione specifica e selettiva per alcuni sotto-tipi neuronici, funzionando come un “varco logico” per modificare l’attività della rete neuronica enterica attraverso meccanismi purinergici e colinergici. [Cfr. Ahmdazai M. M., et al. PNAS USA 118 (40): e2025938118, 2021].

 

Perché APOE4, il più comune gene di rischio per l’Alzheimer, è vantaggioso. Da tempo ci si chiede perché un allele mutante così strettamente legato allo sviluppo della neurodegenerazione alzheimeriana, e dunque così svantaggioso in termini evoluzionistici, si sia affermato. Una risposta viene da uno studio che, sulla traccia di ricerche precedenti, ha identificato un ruolo positivo di APOE4 per la cognizione: potenzia la memoria a breve termine e protegge dai lievi e spesso poco evidenti deficit di memoria della fase di esordio clinico della malattia di Alzheimer. [Cfr. Jonathan Schott et al. Science AOP – 10.1126/science.acx9319, 2021].

 

La ragione della morte di tanti uccelli che migrano di notte attraverso le città. La collisione con gli edifici nella migrazione notturna uccide centinaia di milioni di uccelli in Nord America. La ragione è stata individuata da uno studio su vent’anni di dati nell’inquinamento luminoso: più delle condizioni del vento, incide l’illuminazione artificiale che preclude la facoltà di discriminazione visiva degli uccelli basata anche sulle virtù di un fotorecettore sensibile all’ultravioletto. Riducendo le finestre illuminate di un edificio di Chicago, la mortalità aviaria si è ridotta del 60%. [Cfr. Van Doren B. M., et al. PNAS USA 118 (24): e2101666118, 2021].

 

Una capacità non nota del cervello anziano compensa un difetto dell’invecchiamento. Invecchiando, i neuroni del cervello vanno incontro a una notevole riduzione della capacità di utilizzo del glucosio, la principale fonte di energia. A questo maggiore limite risponde uno specifico adattamento della senescenza: l’encefalo anziano consente a piccoli cambiamenti metabolici di dare luogo a improvvise e grandi riconfigurazioni dell’attività funzionale delle reti neuroniche cerebrali. [Cfr. Weistuch Corey., et al. PNAS USA 118 (40): e2025727118, 2021].

 

L’Italia è stata per secoli un modello di cultura e civiltà, ma ora non lo è più. Un’indagine ISTAT riferita a rilevazioni del 2020 e completata e pubblicata in questi giorni rivela che in Italia solo 20,1% della popolazione adulta è laureato, contro il 32,8% della media europea, e risulta che solo nel 2020 543.000 Italiani tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato gli studi, con una stima percentuale quasi uguale tra Nord e Centro (11% e 11,5%), ma più alta al Sud Italia (16,3%).

L’interpretazione corrente e generale di questi dati è basata unicamente su un giudizio sociopolitico relativo a un parametro da migliorare con osservazioni del tipo “perdita tra i giovani della fiducia nella possibilità di trovare lavoro con la laurea”. Nessuno sembra porre il problema nei termini del rapporto tra istruzione e cultura; tutti i commentatori danno per scontato che la sola ragione per cui si intraprendano degli studi universitari sia guadagnarsi da vivere. Questa concezione univoca e diffusa è uno specchio dell’appiattimento su ragioni di interesse materiale diffuso nelle istituzioni e nel paese: le lauree sono state in origine concepite quale riconoscimento del raggiungimento del grado massimo di conoscenza in un campo del sapere, che conferisce un nuovo elemento di identità e responsabilità al soggetto nei confronti della comunità cui appartiene o in cui vive. Il sapere di ogni laureato dovrebbe essere considerato un valore per tutta la società. Un bene da tutelare e cui attingere, non tanto per ottenere nozioni tecniche quanto per apprendere forme di pensiero.

Avere in una società più laureati dovrebbe significare avere più membri dell’insieme sociale che eccellono nella conoscenza delle lettere, delle scienze, del diritto, delle arti e delle altre branche della conoscenza, e dovrebbe essere interesse primario investire in tutti i sensi per ottenere una crescita culturale e un miglioramento anche in termini non materiali della qualità della vita.

La cancellazione dalla comunicazione di massa e dalla riflessione sociale di questo valore immateriale contribuisce a quell’imbarbarimento che è sotto gli occhi di tutti, reso evidente da costumi volgari, linguaggio trucido, mancanza di rispetto per i prodotti del lavoro e dell’ingegno umano.

Si distrugge il valore della cultura per l’esistenza, a forza di svuotare di senso tutto lo studio che si compie – e col quale si dovrebbe arricchire la vita e, si spera, essere persone migliori – per ridurlo a mero espediente per ottenere uno stipendio da reimmettere nel ciclo di investimenti per i consumi, in una realtà in cui giganteggiano i “ricchi furbi”, regolarmente ignoranti e impegnati a vivere nell’imitazione dello stile dominante, simulando compassione, buonismo e attenzione per tutto ciò che la comunicazione di massa indica come rilevante, e poi continuare a idolatrare il proprio ventre, secondo l’efficace metafora adottata da Gesù Cristo nel Vangelo. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

In quella che dovrebbe essere l’era della coscienza la consapevolezza collettiva difetta nella maggioranza. La discussione settimanale su temi di carattere generale in seno alla nostra società scientifica ha preso le mosse dalla considerazione che i progressi compiuti nelle conoscenze sull’uomo, cui ha contribuito in modo significativo il campo delle neuroscienze, associati a una possibilità di diffusione senza precedenti nella storia dell’umanità, dovrebbe consentire di battezzare il tempo presente “Era della Coscienza”. Ma l’analisi prevalente, sia pur sommaria nella stima quantitativa ma sicuramente accurata in quella qualitativa, di filosofi, sociologi e osservatori di costume denuncia, al contrario, una riduzione della consapevolezza individuale e collettiva in molti ambiti della vita privata. Identificare con precisione, nel lungo elenco di ragioni suggerite, le cause di questo paradosso e analizzarle accuratamente secondo vari paradigmi interpretativi (neuroscientifico, psicologico, sociopolitico, ecc.) richiederebbe lunghi e approfonditi studi, dunque si è scelto di accantonare l’analisi delle cause e discutere, sulla base di esperienze condivise, alcuni aspetti di “coscienza collettiva mancata”. Prossimamente si darà conto dei contenuti di questa discussione che, intanto, procede. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Notule

BM&L-16 ottobre 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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